Come bambini in sala giochi. La gioia fa brillare gli occhi, contagiosa, il telefono che scatta selfie, lo sguardo rapito dal desiderio irrefrenabile di salire al volante di una bomba da rally a trazione integrale. Per poi accendere il motore 1600 turbo da 300 cavalli. E a questo punto la felicità tocca livelli massimi. Sensazioni da pelle d’oca ed emozioni da raccontare in famiglia e tra amici quelle che giovedì 27 febbraio hanno provato in molti negli spazi che La Prealpina ha dedicato alla presentazione di quattro auto simboliche, tre delle quali partecipano al rally dei Laghi. La Skoda Fabia 1600 turbo affidata a Pippo Pensotti con Gabriele Falzone, la Skoda Fabia RS di Beppe Freguglia con Marco Pollicino, la Clio 4×4 turbo di David Bizzozero con Stefano Cossi e la Suzuki Swift 1400 hybrid firmata Millcar dell’omonimo trofeo rally.
Alla vigilia dell’evento, la presentazione al nostro giornale del 33° rally dei Laghi, è stata l’occasione per dialogare tra appassionati, piloti, navigatori, preparatori dei mezzi che corrono per vincere a Varese, identici alle auto impegnate nel mondiale WRC 2. Stupendo notare come oggi il rally possa declinarsi in significati non solo agonistici ma anche di promozione del territorio, conoscenza delle eccellenze ambientali, sportive, culinarie che la terra dei sette laghi può offrire. Di questo e altro hanno parlato Marco Magrini, presidente della Provincia di Varese, e il presidente dell’Automobile Club Varese, Giuseppe Redaelli. Al fianco all’editore, Daniela Bramati, entrambi hanno sottolineato la forte ricaduta positiva turistico-commerciale di un evento quale il rally con al via 101 equipaggi. Nel suo ruolo di presidente della società che amministra l’autodromo di Monza, Giuseppe Redaelli ha precisato che è di 200 milioni di euro la ricaduta accertata nel territorio del monzese del Gp d’Italia di F.1. Il rally Laghi ha certamente numeri inferiori, ma con certezza almeno 60 equipaggi con meccanici e famiglie al seguito sono ospiti nel Varesotto per 3 o 4 notti (le prime ricognizioni sono avvenute sabato scorso).
Si è parlato di tutto ieri. Il varesino David Bizzozero, avvezzo al tricolore sterrato e reduce dalla Dakar, ha illustrato quanto sia temibile la “slow zone” che la direzione gara controllerà. La novità del Laghi che molti equipaggi temono riguarda quei 500 metri delle prove numero 3 e numero 5 di Grantola, a Bosco Valtravaglia, da percorrere a 50 orari, velocità controllata dal sistema tracking satellitare. Chi sgarra paga penalità. Ed è folle rischiare l’osso del collo in discesa e sul viscido per poi subire gravose penalizzazioni per una svista.
Ha chiuso l’incontro il parere dell’esperto Sandro Tibiletti, delegato ACI Sport per la Lombardia: «I registi organizzativi del Laghi hanno operato bene a fianco agli enti locali e non stupisce che siano stati chiamati dai comuni – come Maccagno, Luino, Grantola, Cugliate, Valganna e Montegrino – per ospitare partenze e prove cronometrate sulle loro strade. Quando un rally condivide le scelte con gli enti locali, rispetta le regole e punta sulla sicurezza ha già vinto prima che si accendano i motori».
(foto Angelo Puricelli/BLITZ)