La vita in condominio può piacere o meno ma, soprattutto in questa stagione, chi non ha il condizionare e deve vivere con le finestre perennemente aperte, i rumori danno fastidio a tutti.
Soprattutto se arrivano in orari impossibili, nei giorni festivi e soprattutto se sono continui: c’è chi rientra coi tacchi dopo aver fatto serata, chi litiga col partner o col figlio e chi mette i Måneskin a tutto volume. Non solo: con l’avvio dei cantieri legati al Superbonus 110%, si rischia anche di dover sopportare un po’ di baccano dovuto ai lavori. Ad ogni modo, comunque ci sono delle regole da rispettare anche se, come dice Andrea Leta, presidente della Camera condominiale di Varese, «ogni palazzo ha il suo regolamento e ognuno è diverso dall’altro. In più bisogna integrare queste norme interne anche col regolamento dell’Ufficio tecnico comunale e, anche in provincia di Varese, è come se ogni Comune faccia una repubblica a sé». Insomma, come spesso capita in Italia, ogni paese e città ha le sue regole.
In linea di massima, quindi si può dire che il criterio acquisito è quello di poter fare i lavori nel condominio dalle 8 alle 13 e dalle 16 alle 20. Inoltre i lavori non possono essere eseguiti durante il fine settimana o nei giorni segnati in rosso sul calendario. Mediamente i Comuni impongono il silenzio dalle ore 22 alle 7 e dalle 14 alle 16. E se qualcuno trasgredisce? Basta alzare la cornetta del telefono e chiamare la Polizia locale. Se, invece, le normative sono state stabilite dal regolamento del condominio, una telefonata all’amministratore sarebbe il primo passo da fare.
Nel caso in cui il vicino ammonito andasse avanti, la denuncia in tribunale è sempre una strada praticabile anche se, francamente, sconsigliata. Si ricorda, infatti, che il Codice penale punisce «chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, è punito con l’arresto fino a 3 mesi o con l’ammenda fino a 309 euro».