Il 70% dei rifiuti da demolizione va recuperato
Quando si pensa all’edilizia e al suo impatto sull’ambiente spesso il risultato non è positivo: è comprensibile, soprattutto pensando ad alcune zone, come il Varesotto e la Lombardia, dove l’avanzata del cemento è stata ed è tutt’ora impressionante. Eppure, sembra paradossale, ma se tutti prendessimo l’esempio del mondo edile potremmo vivere in un mondo più sostenibile. «Sono esperienze consolidate gli impianti di conglomerato bituminoso che possono acquisire l’autorizzazione al riuso del fresato e il riciclo del calcestruzzo, benché su questo fronte si possa ancora fare di più», spiega Massimo Colombo, presidente della sezione varesina dell’Associazione nazionale costruttori edili. Secondo dati Federbeton, infatti, sono 15 milioni le tonnellate di rifiuti da demolizione e costruzione di calcestruzzo, corrispondenti a circa il 10% di tutti i rifiuti speciali prodotti annualmente in Italia, potenzialmente utilizzabili nel ciclo produttivo del calcestruzzo, sottraendole alla discarica.
«ll tema dell’economia circolare», aggiunge Colombo, «è diventato centrale per Ance, tanto da istituire una commissione che ha lo scopo di studiare la materia ed elaborare proposte normative al fine di incrementare le logiche di riciclo e recupero. Si parla sempre più spesso di Cam, Criteri ambientali minimi, applicabili attualmente solo negli appalti pubblici ma che in futuro possono essere estesi a quelli privati. In particolare, il decreto che li ha introdotti prevede che i prodotti da costruzione possiedano almeno una ben definita percentuale di materiale riciclato e che alcuni di essi rispettino anche limiti di emissione. Il rispetto di tali criteri deve essere supportato da opportuna documentazione».
Si pensi alla norma per cui il contenuto di materia recuperata nei materiali utilizzati per la costruzione di un edificio deve essere almeno il 15% il peso sul totale dei materiali utilizzati. Inoltre, almeno il 70 % dei rifiuti non pericolosi generati durante la demolizione di edifici deve essere avviato a operazioni di recupero o riciclo, a esclusione degli scavi. Infine non è consentito l’uso di prodotti con materiali ritenuti dannosi per lo strato di ozono, inoltre i componenti edilizi devono essere sottoposti a demolizione selettiva ed essere riciclabili o riutilizzabili a fine vita.