Ho una casa con un abuso? Pazienza. Andiamo avanti lo stesso. È più o meno questo il ragionamento che stanno sentendo diversi professionisti dai una fetta di clienti impegnati nel Superbonus 110%.
Purtroppo, è risaputo, in Italia l’abusivismo edilizio rappresenta una situazione endemica. Dominava anni fa, mentre ora il fenomeno si è leggermente attenuato. Tuttavia ci sono ancora tantissimi immobili non totalmente regolari: e non si parla soltanto dei cosiddetti eco-mostri, ma soprattutto di piccoli ritocchi effettuati senza avere tutte le carte in regola. Eppure con il decreto del 31 maggio, il Superbonus 110% è stato aperto anche senza la necessità di verificare la conformità edilizio-urbanistica degli immobili. Tradotto: possono accedere all’agevolazione anche gli abusivi.
«Questo», spiega anche Claudia Caravati, presidente del Collegio Geometri di Varese, «genera della preoccupazione fra i tecnici, perché evidentemente si dovrà presentare una pratica con un abuso. Si tratta, insomma, di una sorta di autodenuncia, su cui il nostro consiglio è di approcciarsi suggerendo al cliente, tramite una informativa scritta, di sanare l’abuso anche se in un secondo momento».
Ad ogni modo, secondo la rappresentante dei geometri della provincia di Varese, «gli aspetti positivi legati a questa agevolazione ci sono: per esempio ha incrementato l’attività lavorativa, anche se si tratta di una materia molto complicata e che si incastra con altre normative. Inoltre si tratta di un’occasione economica per i cittadini che, così, possono riqualificare l’immobile e aumentarne il valore».
Di pari passo, tuttavia, «ci sono incertezze sui tempi», evidenzia Claudia Caravati, «perché si continua a parlare di una proroga dell’iniziativa ma, fino a questo momento, non c’è nulla di certo. Senza questa certezza stiamo assistendo a due scenari: il blocco della filiera e il continuo aumento dei costi dei materiali, che sono sempre più irreperibili».