In breve siamo passati dalla diffidenza per auto e furgoni elettrici ad ingenti investimenti dell’industria per veicoli green: tra ibride mild e full plug-in ricaricabili il futuro è qui.
La più grande sfida in atto nel mondo Automotive è per l’ambiente. Una sfida decisiva, giocata sulla ricerca tecnologica, sul tempo per bruciare i rivali con auto e furgoni più performanti, meno inquinanti e dai bassi costi d’esercizio. In gioco c’è il futuro della mobilità, la sopravvivenza del Pianeta, a beneficio nostro e dei nostri figli. Ma anche ingenti capitali dell’industria e i sostegni ed ecobonus statali nella fase post pandemica.
L’obiettivo di tutti, Case costruttrici, dealer e consumatori, è percorrere nel modo migliore quel ponte – chiamato innovazione e sostenibilità – e lasciarsi alle spalle i più tradizionali motori termici, a gasolio e benzina, e sostituirli con quelli elettrici, a zero emissioni. Il passaggio intermedio lo stiamo vivendo con un mare di proposte ibride, ottimali integrazioni tra il termico e l’elettrico: mild hybrid, full hybrid, plug-in ricaricabile a spina sono divenute parole d’uso comune nel lessico multienergy; già dal 2022/2023 non dovremo più precisare che quell’auto è ibrida, tutte lo saranno, dalla city car per neopatentati alla GT da 700 cavalli.
L’industria riconverte fabbriche: nel solo 2021 Ford spende 1 miliardo di dollari per lo stabilimento di Colonia, come pure valanghe di euro stanno investendo i gruppi Stellantis, Volkswagen, Mercedes, Bmw, Renault, Suzuki, ecc. Ora la parte doverosa devono recitarla Stati, governo, comuni del territorio, produttori di energia: urgono colonnine di ricarica elettrica, oggi assolutamente scarse. Dal 2030 molte Case non produrranno più motori a benzina e gasolio; poco dopo i produttori di Tir e furgoni dismetteranno i diesel. Non c’è tempo da perdere: la mobilità deve essere green.