Famiglie e scuole guidano scelte poco allineate al mercato
In Italia, le decisioni formative dei giovani sono spesso influenzate da famiglia e scuola, ma non sempre in modo costruttivo.
Tra aspettative tradizionali e modelli superati, molti ragazzi si trovano di fronte a scelte che non rispecchiano le reali esigenze del mercato del lavoro, dove oggi il 30% dei giovani tra i 15 e i 24 anni è disoccupato (Istat, 2023). È dunque cruciale rivedere il sistema di orientamento per renderlo più aderente al mondo contemporaneo.
Il primo “c on s i gl i er e ” è la famiglia, che spesso guida le scelte dei figli basandosi su modelli tradizionali.
Ancora oggi, il liceo classico o scientifico viene visto come una scelta “prestigiosa” rispetto a un istituto tecnico o professionale, nonostante il mercato richieda profili specializzati. Secondo Unioncamere, entro il 2025 oltre il 60% delle assunzioni riguarderà figure tecniche, competenze che difficilmente si acquisiscono in un percorso puramente teorico.
Un’indagine del 2022 di Skuola.
net rivela che il 60% degli studenti sceglie il proprio indirizzo seguendo il consiglio dei genitori, e solo il 25% si basa su un reale interesse per le materie. Molti giovani si ritrovano così a seguire un percorso che non rispecchia né le loro inclinazioni né le reali richieste del mercato.
Anche la scuola dovrebbe guidare i ragazzi nelle loro scelte, ma in molti casi l’orientamento si riduce a una formalità. Gli incontri organizzati sono spesso limitati a descrizioni generiche degli indirizzi di studio, senza offrire una panoramica concreta delle opportunità lavorative. In paesi come la Germania, il sistema duale consente ai giovani di fare esperienza lavorativa già dai 15 anni, mentre negli Stati Uniti i test attitudinali aiutano a scegliere un percorso formativo in linea con le inclinazioni. In Italia, si ricorre a indicazioni generiche, lasciando molti giovani senza una direzione chiara.
I test attitudinali sono una risorsa preziosa, ma nel nostro paese non sono ancora una prassi consolidata.
Se utilizzati già dalle scuole medie, potrebbero aiutare a far emergere capacità e inclinazioni inespresse. Anche gli open day e i workshop sono strumenti utili ma spesso considerati accessori. Secondo un’indagine Censis del 2022, solo il 18% delle scuole italiane organizza workshop pratici.
Partecipare a una simulazione lavorativa o visitare un’azienda fornirebbe una visione reale delle professioni, orientando i giovani in modo più efficace.
In un mondo del lavoro sempre più specializzato, il sistema di orientamento dovrebbe garantire ai ragazzi una scelta informata, basata non solo su indirizzi di studio e materie ma su informazioni aggiornate e opportunità reali. Un orientamento efficace dovrebbe includere test attitudinali, workshop che offrano contatti diretti con il mondo del lavoro e un dialogo costante tra scuole, famiglie e aziende, che devono comprendere che i modelli di successo di ieri non sono più applicabili.
Continuare a indirizzare i ragazzi seguendo schemi tradizionali significa ignorare le nuove dinamiche del mercato, riducendo le loro possibilità di realizzazione professionale e personale.
Le scuole devono investire in orientamento, e le famiglie aprirsi a percorsi diversi dai classici “prestigiosi”.
In un’economia in evoluzione, il vero valore dell’orientamento scolastico sta nel fornire ai giovani gli strumenti per fare scelte informate.
La scuola non può essere solo un luogo di formazione teorica, ma un ambiente che prepari realmente alla vita e al lavoro.
Famiglie, scuole e aziende devono collaborare per creare un sistema di orientamento che guardi avanti, basato su competenze concrete e prospettive reali.
Formare giovani consapevoli e capaci di adattarsi ai cambiamenti è il primo passo per costruire un’Italia forte e competitiva.