Dal febbraio 2020 conviviamo con vari tipi di mascherine, da quelle chirurgiche alle FFP2, passando per tutta una serie di modelli fatti in casa o acquistati non solo in farmacia.
Questo rende più difficile respirare bene?
“Di per sé no – risponde Nicoletta Bertinelli – Dipende dal filtro, quelli più evoluti danno protezione ma condizionano un poco lo scambio aereo sotto sforzo. Nei pazienti con insufficienza respiratoria si può manifestare la sensazione di “mancanza d’aria” come se ci fosse un tappo davanti a naso e bocca. Sensazione certo spiacevole, ma sappiamo anche che la mascherina è necessaria per proteggerci dal Covid, in particolare quando ci si trova in un ambiente chiuso e con altre persone. Bisogna adattarsi alla necessità“.
In ogni caso, secondo l’esperta, la mascherina non incide su un peggioramento della patologia, non crea danno. “Possiamo avere la percezione di un fastidio – dice – ma di fatto non è vero che respiriamo il nostro stesso respiro. Le mascherine in circolazione non creano un sistema a tenuta chiusa, vi sono perdite aeree che non permettono il rebreathing di anidride carbonica”.
Quali controlli deve effettuare chi ha affrontato il Covid?
“A chi esce dall’ospedale vengono date precise indicazioni in fase di dimissione. Come gruppo pneumologico a Busto Arsizio abbiamo aperto un ambulatorio di controllo, purtroppo nella seconda fase dell’epidemia è stato bloccato perché siamo stati investiti da un altro treno in corsa”.
Ora il servizio è ripartito. “Alla dimissione – spiega Bertinelli – i pazienti trovano in lettera le indicazioni per poter accedere al servizio, che speriamo di riuscire a estendere anche ai pazienti segnalati, per esempio, direttamente dalla medicina di base. Voglio sottolineare, però, che se il paziente non ha sviluppato polmonite e insufficienza respiratoria non necessita di follow up dopo la guarigione. Una nota positiva in questa tragedia che stiamo vivendo è che molto spesso le persone, anche se superano la fase acuta mantenendo danni polmonari, tendono, seppur con lentezza, alla guarigione. Sono impressioni del tutto preliminari, in ogni caso la paura iniziale dei clinici viene un poco attenuata”.
Si vigila, con estrema attenzione. Continuando a raccomandare l’uso dei dispositivi di protezione individuale. Avere superato il Covid non è una garanzia contro un nuovo contagio. Si mantengono anticorpi ed è per questo che si tende ad aspettare qualche tempo prima di procedere con la vaccinazione.