L’esposizione prolungata ai rumori, l’invecchiamento, infezioni affrontate durante l’infanzia. Sono queste le principali cause dei disturbi dell’udito, che possono riguardare un solo orecchio o entrambi e manifestarsi in forme di diversa intensità.
Chi è sordo affronta la perdita totale delle capacità uditive, ma ci sono compromissioni parziali di vario tipo, le cosiddette ipoacusie che, stando alle definizioni dell’Istituto superiore di sanità, si distinguono in due grandi varianti. L’ipoacusia di trasmissione, causata da malformazioni, traumi ma soprattutto processi infiammatori (come l’otite) a carico dell’apparato di trasmissione dei suoni nell’orecchio esterno e medio, si affronta con farmaci e chirurgia. Poi c’è l’ipoacusia neurosensoriale, dovuta a problemi dell’orecchio interno o del nervo acustico, che riducono la percezione di alcune frequenze e fanno sì che i suoni appaiano distorti. In questo caso il danno è permanente e occorre una riabilitazione.
“La sordità – precisa l’Iss – può avere origine ereditaria: se uno o entrambi i genitori sono sordi, esiste il rischio elevato che lo sia anche il bambino. La compromissione delle capacità uditive può svilupparsi anche per altre cause. Per i neonati come effetto di malattie infettive tipo rosolia o sifilide, come conseguenza dell’uso di medicine ototossiche durante la gravidanza della madre oppure per nascita prematura, carenza di ossigeno, itterizia; durante l’infanzia, ma non solo, come effetto di malattie infettive come meningite, morbillo, parotite epidemica, infezioni croniche dell’orecchio; a qualsiasi età come effetto dell’uso di medicinali ototossici (fra cui alcuni antibiotici e farmaci antimalarici) in grado di danneggiare la coclea, oppure a seguito di ferite alla testa, presenza di corpi estranei, esposizione a rumori. Per quanto riguarda la terza età (o meglio la quarta), la sordità subentra insieme a un graduale declino dell’organismo”.
Per chi volesse capire a che livello collocarsi di fronte a qualche disturbo all’orecchio, si parla di ipoacusia leggera quando si è in grado di sentire e ripetere parole con un tono di voce normale alla distanza di un metro. Il guaio è “moderato” se, sempre a un metro di distanza, gli altri devono mantenere un tono di voce elevato. Il problema è “severo” se si sentono solo parole urlate nell’orecchio e “profondo” quando non si è in grado di percepire niente.
Faticare ad ascoltare gli altri è un problema serio. Nei più piccoli questo influisce sulla capacità di imparare a esprimersi e sull’apprendimento scolastico. Negli adulti la difficoltà si presentano nel mondo del lavoro. A livello di prevenzione si può fare molto. Ad esempio, vaccinando i piccoli contro morbillo, meningite, rosolia e parotite epidemica. Per le donne in età fertile è consigliata la vaccinazione contro la rosolia prima della gravidanza e si deve prestare attenzione ai medicinali ototossici.
A tutti, invece, è consigliabile difendersi dai rumori eccessivi, sia durante il lavoro sia nel tempo libero. Cuffie a volume altissimo indossate di continuo non aiutano. E, di fatti, le abitudini degli adolescenti e dei giovani sono già fonte di diversi tipi di disturbi uditivi. L’extrema ratio è un apparecchio acustico: ne esistono di livello ultramoderno, sempre più invisibili ma ancora più potenti del passato. Dopo una visita dall’otorino, un centro specializzato può aiutare a orientarsi anche per capire a quali agevolazioni si possa ricorrere.