Ultimo aggiornamento 2 anni

Una valutazione importante che presenta preoccupazioni e considerazioni diverse a seconda del grado.

L’analisi dell’offerta formativa a trecentosessanta gradi comprende le informazioni relative a docenti e stabilità del corpo insegnanti.

Scegliere la scuola giusta. Che si tratti di scuola elementare, media, superiore o della facoltà universitaria, è questo l’obiettivo a cui tendono genitori e studenti, ben consapevoli che si tratta di una missione per nulla semplice. Una decisione in ogni caso importante nel percorso scolastico di un bambino o di un ragazzo e che presenta preoccupazioni diverse a seconda del livello. Per elementari e medie, ad esempio, la scelta è quasi esclusiva dei genitori e si orienta su parametri e valutazioni simili; è più un fatto personale che non una decisione dettata dall’inclinazione del proprio figlio. Da genitori si predilige una motivazione legata ad uno sguardo unitario sulla scuola e la prima preoccupazione riguarda la cura del bambino, intesa in senso buono come cura per il singolo, l’approccio emotivo e relazionale. A maggior ragione dopo il lungo periodo condizionato dal Covid, che ha accentuato l’aspetto protettivo nei confronti dei figli.

La scelta, come dicevamo, è dei genitori, chiamati a considerare fattori oggettivi come la comodità in termini di distanza dalla scuola, la presenza di amici ma soprattutto – questo l’auspicio – a valutare l’offerta formativa a trecentosessanta gradi. In questo ambito rientrano anche le informazioni relative ai docenti e alla stabilità del corpo insegnanti e, nuovo focus, quelle relative alla lingua straniera. L’aspetto linguistico è sempre più oggetto d’attenzioni per una fetta importante dei genitori, vuoi per loro esperienze lavorative, vuoi per il peso che ha al giorno d’oggi. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo all’insegnamento specialistico di alcune discipline. Dall’educazione fisica alle elementari, legata alla crescita psico-fisica del bambino, al disegno tecnico alle scuole superiori. I due anni di DAD hanno avuto forti ripercussioni sui laboratori ed occorre dunque ricreare, in un certo senso, l’abitudine dei ragazzi al lavoro in gruppo. Dalle medie in avanti la scelta passa progressivamente nelle mani dello studente stesso, sempre più consapevole e parte attiva nel tracciare il suo percorso di studi. Il punto di partenza dovrebbe essere rappresentato dalle sue attitudini; a scuola viene svolto un percorso di orientamento, gli insegnanti forniscono le loro indicazioni ma la scelta diventa sempre più del ragazzo. La sua capacità di giudizio si fa sempre più importante così come il rapporto di fiducia che si crea tra alunno e insegnante. Se ci sono idee chiare e volontà le cose possono funzionare; il problema sorge quando la decisione viene influenzata ad esempio da un’imposizione familiare.

Ed imporre non è mai un bene, specie ad un’età in cui non è semplice cogliere le attitudini del proprio figlio. A questo proposito occorre sfatare il luogo comune legato al fatto che gli istituti tecnici non valgano nulla o siano comunque meno validi di un liceo. Se, ad esempio, il consiglio orientativo dei docenti è diretto verso l’istituto tecnico, in molti casi subentra una questione culturale nell’accettarla da parte dei genitori. Una bella dose di realismo oggettivo nei confronti del proprio figlio, in tal caso non guasterebbe. Dipende poi da famiglia a famiglia. C’è chi si impone e chi asseconda la scelta del proprio figlio, accettando di correre il rischio di un eventuale fallimento. Fallimento che non rappresenta certo la fine del monde: chissà quanti dovranno affrontarne nella vita. In ogni caso, anche nella scuola superiore l’attenzione è rivolta al singolo ma trattandosi di un alunno più grande, il focus si sposta anche su qualcosa di innovativo, su percorsi speciali. Attenzione però! La molteplicità di indirizzi ormai presente nella selva scolastica italiana rischia il più delle volte di confondere le idee e di essere, a torto, uno specchietto per le allodole. Qui deve avere un peso non indifferente la capacità dei genitori di analizzare con attenzione il programma e il monte ore delle diverse materie senza fermarsi alle apparenze.