La vocazione imprenditoriale lombarda ha un peso decisivo anche sulla presenza di startup innovative, che rappresentano, come si legge nell’articolo qui accanto, oltre un quarto del totale nazionale, con il 27 per cento: la sola provincia di Milano ospita il numero più elevato di questa tipologia di aziende, oltre 2.500, pari al 18,7 per cento del totale nazionale. Al secondo posto è Roma, unica insieme con il capoluogo lombardo a passare la soglia delle 1.000 imprese (1.411 startup, 10,4% nazionale); seguono Napoli, Torino e Bologna.
È questa una tendenza che testimonia la corsa della Lombardia al rilancio. I dati indicano una crescita, tra aprile e giugno, nel manifatturiero: la produzione è aumentata del 9,3 per cento rispetto ai livelli medi del 2019, periodo pre-Covid: sono numeri che superano di molto quelli nazionali (produzione media +4,2 per cento) sia quelli europei, che viaggiano intorno al 3,5 per cento. È in netta ripresa anche l’export, con +6,6 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2019, in linea con la tendenza nazionale: a trainare le esportazioni sono i settori dell’elettronica, dell’alimentare, gli apparecchi elettrici e la chimica; in recupero ma ancora con segno negativo automotive, moda e meccanica, mentre i prodotti petroliferi hanno segnato un duro -17,2 per cento rispetto al 2019. Anche se ad agosto è stato rilevato un rallentamento dei settori in crescita, soprattutto a causa della crisi di reperibilità delle materie prime, per quanto riguarda il Pil regionale sono attesi un rimbalzo del +5,4 per cento nel 2021 e un recupero dei livelli pre-Covid anticipato alla fine del 2022.
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